“Le dichiarazioni ambientali verdi devono essere chiare, veritiere, accurate e non fuorvianti, basate su dati scientifici presentati in modo comprensibile”. Questa è una delle principali affermazioni del Tribunale di Gorizia che, per la prima volta in Italia, ha sanzionato una società in materia di greenwashing con un’ordinanza cautelare.
Il Tribunale ha ordinato all’azienda citata in giudizio la cessazione della diffusione di claim che contengono informazioni non verificabili ed ingannevoli come per esempio: “100% riciclabile”, “Amica dell’ambiente”, “Scelta naturale”, “Microfibra ecologica”. Il Tribunale ha rilevato che “la sensibilità verso i problemi ambientali è oggi molto elevata e le virtù ecologiche decantate da un’impresa o da un prodotto possono influenzare le scelte di acquisto”.
Per le associazioni di prodotti in materie plastiche la sentenza simboleggia un traguardo: Antonello Ciotti, presidente CPME (Associazione Europea dei produttori di Poliestere), ha commentato questa ordinanza definendola come “una pietra miliare verso una giusta eliminazione di tutti i comportamenti scorretti che possono tradire la fiducia dei consumatori oltre che ingenerare concorrenza sleale”.